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In uno scenario in continuo cambiamento, l’outsourcing è una soluzione efficace allo skill gap e apre le porte a nuove opportunità per le aziende. Vediamo come. 

La mancanza di competenze di cybersecurity è un rischio per le aziende. Questo dato è oggi più evidente che mai, in uno scenario tecnologico in costante evoluzione.  

Rimanere al passo con le minacce cyber non è semplice. Basti pensare che, secondo una ricerca, il 66% dei professionisti intervistati ha dichiarato che negli ultimi due anni lavorare nella cybersecurity è diventato molto difficile 

Le motivazioni sono molteplici. L’innovazione tecnologica viaggia a una velocità sempre più elevata. Nascono nuove opportunità e con esse nuove minacce. Aumentano esponenzialmente i rischi cyber e i potenziali punti di attacco. Basti pensare alle infrastrutture cloud, all’integrazione delle reti IT e OT, ai device e alle macchine connesse. Non sorprende che oggi oltre 2/3 delle aziende non siano in grado di comprendere i rischi che devono affrontare.  

Da notare, inotre, che anche la filiera dell’attacco si è da tempo diversificata e automatizzata: ci sono gruppi criminali che si sono specializzati per ogni fase dell’attacco, dallo sviluppo del malware alla gestione di infrastrutture di comando e controllo. Oggi, sul mercato nero, è possibile acquistare e vendere strumenti e servizi come, per esempio, Ransomware-as-a-Service (RaaS) e Phishing-as-a-Service (PhaaS). 

Per questo le minaccie cyber sono una realtà ed è una realtà in costante crescita. Nel 2023, per esempio, è stata registrata una crescita del 72% delle violazioni di sicurezza a livello globale.


Skill gap e cybersecurity
 

In questo scenario, lo skill gap è sempre più evidente. Alcuni dati indicano che il 2025 il deficit di forza lavoro in ambito cybersecurity sarà di 3,5 milioni di risorse. Secondo il World Economic Forum, il gap di competenze riguarderà 85 milioni di lavoratori entro il 2030, che determinerà mancati introiti alle aziende per circa 8,5 trilioni di dollari.   

È interessante notare che la forza lavoro specializzata in sicurezza informatica è cresciuta del 12,6% tra il 2022 e il 2023. Un dato che tuttavia non basta a colmare il gap. 

La mancanza di competenze ha conseguenze concrete. Secondo una ricerca, il 92% delle aziende intervistate dichiara di avere uno skill gap in una o più aree. Nel 17% dei casi, questo buco è definito critico. Le lacune più evidenti riguardano la sicurezza delle infrastrutture cloud (35%), i sistemi di intelligenza artificiale e machine learning (32%), i modelli zero trust (29%) e i test di penetrazione (27%).


L’importanza dell’outsourcing
 

In uno scenario tecnologico che si evolve velocemente, le aziende devono essere in grado di implementare una strategia di cyber resilience efficace, snella e naturalmente sicura.  

Essere digitali e interconnessi è oggi fondamentale per il business. Ma, come abbiamo visto, la digitalizzazione non può prescindere dalla cybersecurity, che diventa oggi un pilastro essenziale a supporto degli obiettivi di business. 

La sicurezza diventa ogni giorno più complessa, con attacchi che aumentano di numero e qualità. In questa prospettiva, le competenze richieste sono sempre più sofisticate ed eterogenee. Una impresa di medie dimensioni, tuttavia, ha bisogno di elevata professionalità ma per periodi brevi e con competenze specifiche, che non giustificano quindi la creazione di un team interno di cybersecurity. 

La risposta è nell’outsourcing. Rivolgersi a partner specializzati e verticali sul tema sicurezza permette alle aziende di ottenere il massimo supporto con le migliori competenze solo quando servono, ottimizzando così i costi e massimizzando l’efficacia.  

L’outsourcing dei processi cyber può permettere di migliorare la velocità di risposta agli attacchi, comprendere al meglio i modelli di trasformazione digitale e l’integrazione di nuovi framework tecnologici.   

Qualche esempio? 

  • Analisi di sicurezza condotti da terze parti possono offrire un assesment indipendente dei sistemi e dei processi aziendali, identificando in questo modo potenziali falle mai individuate prima 
  • Il monitoraggio delle minacce è un’attività energivora dal punto di vista delle risorse umane. L’esternalizzazione di questa attività può generare un potenziale saving per le aziende 
  • La gestione in outsourcing di funzioni come il rapid incident response può migliorare la velocità di risposta e offrire un punto di vista indipendente rispetto alle unità interne all’azienda 

Il passaggio all’outsourcing non è finalizzato esclusivamente al miglioramento delle competenze e a colmare le skill gap. Significa definire un framework strategico di funzioni di sicurezza, dove skill diverse lavorano insieme con l’obiettivo di creare un ecosistema solido e in grado di adattarsi a un mondo in continuo cambiamento.