Rendere efficienti processi nativamente articolati, che coinvolgono più sistemi, competenze e persone, è sempre stato un obiettivo di prim’ordine per tutte le imprese. Razionalizzare e gestire al meglio i costi operativi, infatti, permette alle organizzazioni di investire in attività a valore aggiunto e mantenere alta la competitività in mercati sempre più sfidanti.
L’automazione porta di per sé all’efficienza, e questo giustifica la rapidissima evoluzione tecnologica sottostante, che nel corso degli anni ha conosciuto svariate forme di automazione e che oggi si focalizza sui concetti di Intelligent Automation e di Hyperautomation.
L’evoluzione e l’essenza di Intelligent Automation
L’automazione di processo è sempre stata rule-based, ovvero basata su regole: se una certa attività, un segmento o un intero processo è governato da regole predefinite – per quanto complesse esse siano – si tratta di un candidato perfetto per l’automazione. Non a caso, le aziende si sono sempre concentrate sulle attività ripetitive e di routine, come il data entry, lo spostamento di dati da un sistema all’altro, o l’avvio e la gestione di workflow rigidamente definiti. L’obiettivo è duplice: generare efficienza, come si è visto, ma anche sollevare le persone da attività ripetitive, noiose e a basso valore aggiunto, permettendo loro di occuparsi di attività più rilevanti in cui è dirimente il discernimento del professionista.
A livello tecnologico, nell’ultimo decennio l’automazione delle attività rule-based è stata demandata a soluzioni di Robotic Process Automation (RPA), il cui compito è – semplificando – quello di replicare l’attività dell’operatore umano rispetto a processi e attività ben definite. Il grande successo dell’RPA, il cui mercato globale vale circa 3 miliardi di dollari, è ascrivibile alla sua efficacia, ma anche all’elevata rapidità di implementazione, alla grande resilienza, alla spiccata capacità di gestione dei picchi di lavoro ed ai costi nettamente ridotti rispetto alle attività tradizionali di integrazione dei sistemi.
In seguito, l’Intelligenza Artificiale è tornata prepotentemente sotto i riflettori, spingendo le aziende a valutare la possibilità di unire le capacità della RPA, apprezzata per la sua veloce attuazione, con varie metodologie di AI. Ciò con l’intento di automatizzare processi che richiedono una certa capacità decisionale tipica dell’operatore umano. L’obiettivo non è sostituire in toto le persone, cosa al momento impensabile, ma dare loro un empowerment, un supporto che le permetta di lavorare meglio anche al di fuori degli stretti confini del mondo rule-based. Questa è l’Intelligent Automation.
Intelligent Automation: un concetto in continua evoluzione
Date le premesse di cui sopra, Intelligent Automation può prendere svariate forme proprio perché l’espressione stessa Intelligenza Artificiale è un grande contenitore di tecnologie, tecniche e approcci che evolvono di continuo. Si consideri un sistema di rilevamento frodi che, di fronte ad azioni sospette, interrompe subito l’uso dello strumento di pagamento, annulla la transazione, manda un avviso e avvia una comunicazione con il cliente per risolvere la situazione. Questo rappresenta un esempio di Intelligent Automation. Allo stesso modo, appartiene a questa categoria un sistema avanzato per l’elaborazione delle fatture internazionali, che, nonostante la grande varietà di formati di fatturazione elettronica nel mondo e la frequente presenza di fatture in PDF, è capace di raccogliere i documenti dalle e-mail, estrarne i dati e inserirli automaticamente nei campi del sistema ERP, indipendentemente dalla disposizione delle informazioni sulla fattura.
Gli esempi di cui sopra rappresentano una quota infinitesimale delle potenzialità dell’automazione intelligente. Qualsiasi azienda può identificare, meglio se attraverso una consulenza specializzata, i fattori di inefficienza all’interno dei propri processi, cui far seguire la riprogettazione degli stessi e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche ad hoc; queste, interagendo con i sistemi in essere al fine della minor discontinuità possibile, possono integrare tecniche di AI e di automazione generando un ritorno positivo sui KPI identificati in fase di avvio di progetto. In questo modo, i benefici di Intelligent Automation non sono soltanto percepibili, ma diventano anche quantificabili.
Intelligent Automation e Hyperautomation: un connubio vincente
Intelligent Automation è un concetto che evolve con la stessa velocità delle tecnologie sottostanti. Si pensi a tutto l’interesse suscitato dall’AI generativa, che nonostante sia in evoluzione vorticosa può certamente fungere da pilastro tecnologico di un progetto di automazione intelligente.
In un mondo che evolve con rapidità, ciò che resta relativamente stabile è l’approccio sottostante, che qualche anno fa Gartner definì di iperautomazione. Secondo gli analisti, hyperautomation è un approccio “business-driven che le organizzazioni utilizzano per identificare, analizzare e automatizzare rapidamente il maggior numero possibile di processi di business e IT”. Hyperautomation è un concetto che si applica soprattutto all’universo enterprise ed è basato, a livello di toolbox tecnologico, sulla sinergia di svariati elementi costitutivi come tecnologie RPA e tutto il macrocosmo dell’AI, ma anche tool low-code/no-code, piattaforme di intelligent business process management (iBPM) e di integrazione iPaaS.
Tra Hyperautomation e Intelligent Automation c’è quindi un legame molto stretto che va al di là della differenza terminologica: il primo, però, è più un approccio, con una prospettiva di livello alto, mentre Intelligent Automation si focalizza maggiormente sul piano delle soluzioni. Gli obiettivi non cambiano: efficienza, scalabilità, abbattimento degli errori, innovazione e, tutt’altro che secondario, engagement delle persone, che significa più produttività.
Non da ultimo, il mercato dell’Intelligent Automation testimonia un notevole impegno da parte delle aziende e il pieno riconoscimento dei suoi benefici, sia nel presente che nel futuro.
In conclusione, l’Intelligent Automation rappresenta non solo il presente, ma anche il futuro del lavoro nelle organizzazioni moderne. Attraverso l’evoluzione tecnologica e l’integrazione di soluzioni di intelligenza artificiale con la Robotic Process Automation (RPA), le aziende hanno l’opportunità di trasformare radicalmente i loro processi, migliorando l’efficienza, riducendo gli errori e liberando il personale per attività a maggiore valore. L’adozione di questa tecnologia consente di mantenere una competitività di rilievo in un mercato che cambia rapidamente, garantendo al contempo un miglioramento tangibile dei KPI aziendali.
Mentre il percorso verso l’automazione intelligente può presentare delle sfide, soprattutto in termini di selezione delle giuste tecnologie e della loro integrazione nei sistemi esistenti, i benefici a lungo termine superano di gran lunga gli ostacoli iniziali. È fondamentale, però, avvicinarsi a questo viaggio con una strategia ben definita, supportata da una profonda comprensione dei propri processi aziendali e delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.
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